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DPD – Defense Point Distribution

Video Tutorial

beeTrader – Defense Point Distribution

Gli Open Interest sono superati, i D.P.D. rappresentano l’unica vera grande novità del mondo della finanza da diversi anni ad oggi. Attraverso l’elaborazione di tutti gli scambi di sottostante e opzioni, un complesso sistema di algoritmi di calcolo individua le posizioni e i premi incassati, scinde le posizione sintetiche da quelle effettive e beeTrader mostra quindi all’utente un grafico ad istogramma finito che non necessita di alcuna interpretazione. Questa elaborazione necessita dei dati storici del sottostante che verranno quindi richiesti da beeTrader al broker connesso.

Nota: Affinchè i D.P.D. funzionino correttamente è necessario che l’asset oggetto di analisi abbia codificato in Symbol Manager la Chain Opzioni. Gli assets con Chain Opzioni sono scritti in azzurro per l’immediata individuazione. Per la procedura di codifica degli strumenti finanziari in beeTrader si rimanda alla pagina del manale specifica del broker in Data Provider.

Premessa: Open Interest vs DPD

Per questa pressa verrà utilizzato il software gratuito Fiuto Beta.

Il mercato prende posizione tramite i contratti derivati di Opzione il cui numero “in essere”, cioè contratti aperti, è tenuto dalla cassa margine e compensazione che deve garantire le controparti di ogni contratto. Ne consegue che per ogni contratto di Call o di Put, sono soddisfatte entrambi le controparti, ovvero colui che l’ha comperata avrà la controparte che l’ha venduta.

Se ne deduce che così, semplicemente valutando questo numero di contratti si ha una prima idea di presa di posizione, di aspettativa, delle “mani forti”. Si vedrà cioè se c’è più o meno interesse sui contratti Call oppure su quelli Put.

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Ora ho la rappresentazione grafica che è chiara, in verde il numero e la posizione delle Put, in Blu il numero e la posizione delle Call. Si tratta adesso di interpretare il perché il mercato si è messo su quegli strike e con quei contratti, per farlo devo immedesimarmi nello strategist che ha in effetti preso quelle posizioni e fare delle prime considerazioni… E’ vero che ogni barra rappresenta il numero di contratti aperti ed è vero che ogni barra è rappresentativa di chi ha comperato e di chi ha venduto. I compratori ed i venditori sono in numero uguale ed allora se non facciamo un ragionamento ulteriore sapere quanti contratti ci sono non ci da nessuna indicazione. Cosa farà il compratore se il suo contratto non è nella direzione che si aspettava? Nulla! Non farà nulla perché non avendo nessun obbligo, ricordo che è compratore, ha già speso e sarà solo attendista. Il venditore invece agirà sul mercato in due maniere, potrà immettere del sottostante per respingere il trend che farebbe andare ITM la sua Opzione, oppure si coprirà, in pratica metterà in magazzino ciò che il contratto venduto lo obbligherà a consegnare. Anche in questo caso interverrà sul mercato del sottostane e ne modificherà i corsi.

Quindi, al contrario di ciò che si legge nella letteratura il numero dei contratti di opzione si debbono considerare come contratti venduti, ovvero se il numero di Call è superiore a quello delle Put significa che il mercato si aspetta una discesa. Il perché dell’errore d’interpretazione che si legge sui testi è presto spiegato: sono testi scritti alcuni anni fa e mai più corretti, anni in cui, ancora non era permessa la vendita delle opzioni, ma solo l’acquisto.

A questo punto possiamo contare sul numero di contratti, sulla tipologia e sullo strike su cui sono piazzati. Ecco che abbiamo dei supporti e delle resistenze che sono i veri supporti e le vere resistenze del mercato. Il compratore del contratto di opzione non interverrà mai sul mercato deviando il trend, mentre il venditore dovrà, a seconda che sia Call o Put, intervenire sul sottostante per potersi coprire. Ecco perché si deve considerare l’Open Interest, così si chiama il numero di contratti aperti, come parte venduta. Ad ogni livello di Open Interest ci sarà pertanto una difesa dello strike venduto più o meno intensa a seconda della forza che il venditore ha e che deriva dal premio incassato. Altro aspetto che si deve conoscere è se il contratto che si vede è “vero” oppure è sintetico.

Vediamo un esempio con una Call:

Vendo 1 Call per cui l’Open Interest aumenta di 1. Chi lo legge penserà mercato al ribasso.

Vendo 1 Call e contemporaneamente compero 1 future ed ecco che la mia posizione diventa sinteticamente una Put.

In pratica ciò che si vuole dimostrare con queste righe è che la lettura dell’Open Interest così come viene spiegata nella letteratura comune NON serve a nulla.

La necessità è quindi di uno strumento in tempo reale e con una risposta univoca, non interpretativa. La soluzione è arrivata con beeTrader che, attraverso il modulo opzioni permette di avere dati in tempo reale e, le indispensabili suddivisioni tra posizioni vere e posizioni sintetiche.
Nasce così il primo istogramma al mondo che tiene conto di tutti questi fattori: il Defense points Distribution, ovvero la mappa delle posizioni di difesa che saranno i supporti e le resistenze nel percorso del trend del sottostante.
Ad ogni scambio di Future teniamo conto di tutti gli scambi nella Chain delle opzioni e con i nostri algoritmi riusciamo ad individuare sia la posizione che il premio incassato. Raggruppiamo il tutto e lo rappresentiamo come istogramma che, a questo punto, non deve essere interpretato, ma solo letto.

Comprendere la funzione DPD

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Come vedete l’immagine dei DPD è completamente diversa di quella degli Open Interest, proprio a dimostrazione che il sistema è stato superato diversi anni or sono e chi continua a seguirlo o spiegarlo sta facendo un errore colossale: si dimentica dei venditori!

Facciamo un’analisi sul titolo Bank Of America leggendo i DPD:

Trend rialzista che si rileva dalle numerose colonne arancio (Put), con una blanda resistenza al primo livello di Call (colonna grigia a 29.16) che cresce al secondo livello di Call (29.26) ed anche al terzo (30.02). La resistenza che offriranno sarà debole in quanto la forza relativa, i soldi che hanno da spendere, è ad un livello inferiore rispetto ai venditori di Put.
Non ci sono dubbi o interpretazioni, oggi la strategia che si deve fare su questo titolo è rialzista e gli strike impegnati nella strategia debbono tenere conto del movimento del prezzo compreso tra 28.84 e 30.02 di minore intensità.
Si noti che i D.P.D. non coincidono più con lo strike esatto come gli Open Interest ma incorporano il premio che sposta il momento di intervento in difesa. Lo strike 28  sarà difeso a 28.84 perchè il premio incassato nel momento della vendita è stato come valore medio 28,84 – 28,00 = 0.84.

Esempio

Il sistema dei D.P.D. si basa sulla Relative Strength, ovvero sulla forza relativa che si oppone al superamento del livello di prezzo indicato da parte dell’asset. Per facilità d’interpretazione sono rappresentate tre linee orizzontali che rappresentano i livelli di forza.

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Nell’esempio di cui sotto si nota come ci sia una resistenza alla discesa a quota 21129,03 confermata da una ancora più forte a 20870,78, mentre in salita è presente un supporto di forza relativa bassa a 21628.03, mentre uno più forte ma come sempre meno rispetto a quello in discesa a 22144,53.

Il pulsante Refresh

aggiorna i DPD con nuovi dati, è possibile fare un Refresh ogni ora. Cliccando sul pulsate “Refresh”, se non è ancora trascorsa un’ora dall’ultimo aggiornamento, appare una finestra che avvisa del tempo rimanente.

Lo Strike Step

impostazione da utilizzare solo per indici, serve per visualizzare le operazioni dei large movers incorporando quelle dei piccoli traders che lavorano anche su strike intermedi presenti su scadenze settimanali che non sono usate dagli istituzionali.
Nel settaggio del passo strike non si deve eccedere oltre l’intervallo tra strike riscontrato nella prima scadenza mensile.

Esempio: FTSE MIB settimanali passo strike = 100, prima mensile passo strike = 250, annuale passo strike = 500. Filtro da utilizzare = 250

Legenda Voci

  • Total Strength: somma delle forze relative suddivise in Call e Put
  • Avg. Strength: forza relativa media suddivise in Call e Put
  • Num Levels: numero di livelli Call e Put con una forza relativa superiore a Low Strength
  • 1st Low: primo livello a partire dal prezzo dell’asset con una forza relativa maggiore di Low Strength
  • 1st Norm: primo livello a partire dal prezzo dell’asset con una forza relativa maggiore di Normal Strength
  • 1st High: primo livello a partire dal prezzo dell’asset con una forza relativa maggiore di High Strength
  • 1st Low %: distanza % rispetto al prezzo dell’asset del 1st Low
  • 1st Norm %: distanza % rispetto al prezzo dell’asset del 1st Norm
  • 1st High %: distanza % rispetto al prezzo dell’asset del 1st High
  • Highest Level: valore della forza relativa massimo suddiviso in Call e Put
  • 21628.03 level: prezzo della prima resistenza Call (relativamente all’esempio)
  • 21886.28 level: prezzo della seconda resistenza Call (relativamente all’esempio)
  • 22144.53 level: prezzo della terza resistenza Call (relativamente all’esempio)
  • x level …: il numero delle resistenze Call ed il loro valore sono strettamente correlati allo strumento finanziario ed alle condizioni di mercato
  • 21129.03 level: prezzo del primo supporto Put (relativamente all’esempio)
  • 20870.78 level: prezzo del secondo supporto Put (relativamente all’esempio)
  • 20612.53 level: prezzo del terzo supporto Put (relativamente all’esempio)
  • x level …: il numero dei supporti Put ed il loro valore sono strettamente correlati allo strumento finanziario ed alle condizioni di mercato